Project Leader: Marta Carrera

NOSTOS, ospitalità itinerante” nasce da un’esplorazione del prendersi cura inteso come cura della nostra casa, che comprende il nostro corpo coi suoi spazi e tempi, per accogliere un ospite e vivere insieme un’esperienza di condivisione di cibo, pensieri e sensazioni.

NOSTOS è una serie di percorsi educativi co-prodotti per scoprire insieme nuovi sapori e conoscere nuove culture - e colture - intraprendendo viaggi immersivi fra le regioni italiane e i paesi del mondo.

Lungo tutto il percorso l’attenzione di NOSTOS si rivolge al cibo come elemento di relazione, all’uso della tecnologia come supporto all’esperienza, alla valorizzazione dei benefici terapeutici delle attività proposte e al monitoraggio del percorso riabilitativo.

Percorso

Il percorso progettuale ha seguito l’approccio tipico del mondo del design, che prevede alcune fasi principali, ispirate al modello del “doppio diamante” (Double Diamond) elaborato dal Design Council.

In tutti i processi creativi si alternano una fase esplorativa divergente, che viene poi affinata definendo il fuoco dell’azione attraverso un pensiero convergente: questo alternarsi di fasi può essere rappresentato da una forma a rombo. Nel «doppio diamante» questo processo si ripete due volte: una volta per confermare la

definizione del problema e una volta per creare la soluzione.

Per definire le idee migliori, il processo creativo è iterativo. Ciò significa che le idee sono sviluppate, testate e perfezionate un numero di volte, lasciando indietro gli scenari meno promettenti.


Fase di esplorazione

E’ il momento in cui, dopo essersi allineati sul tema e sul fuoco del progetto e i suoi obiettivi, si avvia una ricerca sul tema progettuale che può essere di tipo contestuale o desk. 


Fase interpretativa

Dopo aver raccolto le informazioni il team le interpreta per definire il problema ed identificare le aree di opportunità.


Fase generativa

E’ la fase divergente per eccellenza dove, ispirati dalla ricerca, si generano nuove idee e soluzioni progettuali che vengono poi valutate per proseguire con le più promettenti.


Fase di definizione

Le idee e scenari scelti vengono affinati attraverso la definizione delle specifiche del servizio, lo sviluppo di prototipi e progetti pilota.

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Esplorazione

La fase di esplorazione è partita con una riflessione sulle personali esperienze di ospitalità nelle recenti memorie di isolamento e di ripresa post-pandemica in modo che fosse più facile ricordarne i dettagli e per l’attenzione a diversi aspetti che prima forse erano più scontati. Il gruppo ha condiviso le riflessioni condividendo foto, schizzi e parole cercando di dettagliare minuziosamente le esperienze: Chi era l’ospite? Cosa ha reso l’esperienza speciale? Quale elemento culinario è servito da pretesto per l'invito? Come vi siete preparati? Che luce c'era? E che suoni/rumori vi ricordate? Che emozioni avete provato?


La ricerca è continuata con l’intervista alla psicologa Elena Varini che ci ha riportato esperienze dai gruppi appartamento.


Infine, sono stati raccolti una serie di casi studio che servissero da ispirazione nelle successive fasi progettuali.

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Interpretazione

Una selva di appunti sotto forma di post-it digitali, provenienti dall’esplorazione e dalla raccolta di testimonianze dai gruppi appartamento, sono stati elaborati dal gruppo per arrivare a definire due profili tipo, un giovane paziente in cerca della sua autonomia e un’operatrice appassionata di giardinaggio e interessata alle potenzialità della tecnologia.


Questi profili, con i loro bisogni ed esigenze, orienteranno il processo diventando protagonisti degli scenari di progetto.


Di seguito un estratto dai due profili.


Elia

Ragazzo che abita in un gruppo appartamento. Se da un lato è abbastanza timido, dall’altro gli piace sentirsi coinvolto. Ama l’arte e la cucina, il suo alimento preferito sono i peperoni ripieni.


Ama la sua famiglia, che però rappresenta anche parte del suo malessere: è stato sempre indirizzato a percorrere una strada che non gli apparteneva, e ad un certo punto non ha più retto la pressione. Ora si sente libero di mettersi in gioco e di provare le cose che gli interessano veramente esplorando le proprie risorse con i giusti tempi e senza sentirsi giudicato.

A volte ha momenti di crisi in cui tende a isolarsi, ma sa che può sempre contare su operatori e coinquilini, che per lui sono diventati ormai una seconda famiglia.

Elia divide in modo netto i momenti per sé e quelli che dedica alla condivisione. Vorrebbe sentirsi adulto, avere delle responsabilità, cercare di portare a termine dei compiti per cui ottenere le giuste riconoscenze e trovare una sua autonomia.

Data la sua passione per la cucina, a volte ci tiene a tenere curato l’orto; da lì ha scoperto quanto gli faccia bene stare all’aria aperta ed entrare in sintonia con la natura.




Giustina

Operatore sanitario, ama l’aria aperta e il giardinaggio, le piace creare bellezza con le proprie mani. Il suo alimento preferito è la pasta al pesto.


Grazie alla sua passione per il giardinaggio e il cibo vuole riuscire a trasmettere ai pazienti tramite attività all’aperto e in cucina la cultura del cibo, partendo dalla sua origine, per aumentare nel paziente la consapevolezza di quello che sta mangiando e la bellezza nello scoprire nuovi sapori.

La sua giovane età unita alla professionalità attenta e in continua formazione permettono una sintonia ed una comprensione delle problematiche, bisogni e richieste dei pazienti in entrata (sempre più giovani).

Vede la tecnologia come strumento di supporto per fare ricerca e motivare i pazienti giovani che sono attratti e stimolati da apparecchi tecnologici quali computer e smartphone.

Fra le sue priorità: lavorare con colleghi che abbiano spirito di iniziativa; dialogare con le famiglie che sono per lei un punto di riferimento importante; sperimentare con i pazienti attività e strumenti nuovi per motivarli.

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Accogliere un ospite

Dopo aver individuato le fasi principali di un’esperienza di ospitalità tipo il gruppo ha avuto modo di percorrerle in diretta, cercando di appuntare sul foglio collaborativo virtuale tutte le considerazioni e i dettagli, identificando importanti spunti progettuali utili nelle successive fasi di ideazione.


Insieme abbiamo atteso i nostri ospiti, invitati per un caffè a casa di Marta, decidendo insieme ogni dettaglio dal menu, ai colori, i piatti, i bicchieri, ecc.. L’arrivo in anticipo ci ha fatto riflettere su cosa non avevamo considerato in fase di preparazione, con uno sforzo comune però abbiamo fatto sentire gli ospiti a loro agio raccontando il nostro percorso e cosa avrebbero gustato.


Questa esperienza a cavallo fra la presenza e la partecipazione in remoto è stata un’interessante messa in scena che ha reso tangibili molti aspetti del servizio che diversamente sarebbero stati più difficili da identificare.


Ospiti: Marco ed Elisa, progetto video MinD

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Generazione

La fase di generazione è partita delineando il brief progettuale, che può sintetizzarsi in:


Progettare un’esperienza legata all’ospitalità e alla condivisione del cibo che diventi parte (ora mancante) delle attività riabilitative sperimentali attivate all’interno dei gruppi appartamento.


L’attività potrebbe essere inserita in un calendario di eventi eccezionali proposti per rompere la routine sempre uguale dei giorni in gruppo appartamento, immaginandoli come nuove occasioni di celebrazione (ricorrenza, rituale) per chi ci vive.


In particolare si richiede di focalizzarsi su due aspetti:

  • Costruzione di una visione che trasformi lo spazio costruito ed il contesto
  • Azione trasformativa sul contesto relazionale 


Particolare attenzione viene data a:

  • L’approccio al cibo come elemento di relazione, condivisione e apertura
  • L’uso della tecnologia come supporto allo svolgimento di alcune attività e, se possibile, elemento di inclusione
  • Valorizzazione degli aspetti delle attività proposte che hanno valenza clinica e portano benefici terapeutici
  • Aspetto di monitoraggio del paziente che può avvenire seguendo la cadenza del calendario eventi progettato ad hoc



Condiviso il brief il gruppo ha proceduto con uno sprint di generazione di idee tentando di rispondere con delle soluzioni progettuali a 3 domande, quali: 

  • Come il cibo può diventare elemento di relazione, condivisione e apertura apportando benefici terapeutici?
  • Come lo spazio si trasforma per diventare set di un'esperienza di ospitalità legata al cibo?
  • Come l'uso della tecnologia può essere di supporto allo svolgimento di alcune attività e, se possibile, supporto al monitoraggio, alla condivisione ed inclusione?


Sono state raccolte un totale di 30 idee che sono state messe al voto. Da qui sono emerse quelle che il gruppo riteneva più rispondenti alle esigenze raccolte in fase di ricerca.

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Definizione

Lo scenario emerso dalla combinazione delle idee della fase generativa è stato dettagliato immaginandolo come un’attività “prototipo” da narrare nelle sue varie fasi e che potesse essere guida per un eventuale progetto pilota all’interno dei gruppi appartamento.


Di seguito i dettagli dello scenario.


TITOLO

Il pranzo pugliese


CHI E' L'OSPITE?

Fruttivendola (pugliese) del mercato rionale di riferimento del gruppo appartamento (una persona già conosciuta dai pazienti)


CHI LA ORGANIZZA?

Operatori e pazienti co-progettano l’esperienza. Gli operatori hanno anche un ruolo di coordinamento dei ruoli nelle diverse fasi.


CHI COINVOLGE?

Ospite, pazienti (alto e basso funzionamento) di gruppi appartamento, operatori. L’evento è aperto a 2 persone conosciute (es. vicini di casa)


DOVE SI SVOLGE? E QUALI SONO LE QUALITA' DEGLI SPAZI?

Gli spazi in cui si svolge l'esperienza si articolano tra l'esterno e l'interno.


Nella fase di approvvigionamento del cibo, gli spazi sono esterni, il mercato e l'orto. L'orto è il luogo in cui immergersi e farsi cullare dalla natura, ascoltandone i rumori e sentendo i profumi. Queste sensazioni si cerca di riviverle in casa con la presenza di elementi naturali, piante e fiori.


L'ambiente interno è flessibile per adattarsi alla volontà di partecipazione dei pazienti, all'interno della stanza si possono organizzare postazioni singole o di coppia in zone più appartate che si definiscono liberamente grazie a separatori mobili presenti all'interno dell'ambiente. Questi diventano parte integrante dello spazio e dell'evento in quanto costituiti da un pannello bianco rimovibile che è possibile personalizzare con colori, materiali e pensieri di quel particolare viaggio (sentirsi partecipi ma non esposti).


La tavola, elemento principale di convivialità, è grande, ampia, di forma circolare per aiutare la socializzazione e mettere a proprio agio tutti partecipanti. L'ambiente è accogliente, positivo e vivace grazie ai colori vivaci, gli elementi naturali e la luce del sole che entra dalla finestra. Le sedute sono confortevoli, i tessuti morbidi e piacevoli al tatto per restituire una sensazione di piacere e bellezza.


COME SI SVOLGE?

L' attività si svolge due volte al mese, i pazienti sono liberi di partecipare ad una fase, a qualcuna o a tutte. Il cibo è protagonista dell’esperienza, dove il paziente scopre la ricchezza della sua cultura, assaporandolo e sperimentandolo.

Per ogni nuovo evento il tema cambia, si percorrono le regioni d'Italia con le loro tradizioni culinarie (e non solo) e si crea un calendario dove inserire il giorno e l'ora dei "prossimi viaggi".

Prima dell'arrivo dell'ospite si definisce il tema, invito, il momento della spesa e raccolto e la preparazione del cibo della tavola e dell'ambiente. Quando arriva l'ospite lo si accoglie e segue il momento del pasto. Al termine dell'esperienza vengono condivise le sensazioni e si accompagna l'ospite all'uscita.


MATERIALI NECESSARI?

Nella prima fase è importante avere delle carte (fisiche o digitali), su cui presentare le varie opzioni di temi da cui poter scegliere.

Per realizzare l'invito è necessario avere carta, penne, matite se lo si vuole consegnare cartaceo, mentre se si vuole inviarlo digitalmente serve un pc. Durante la preparazione dei piatti è fondamentale tenere a portata di mano un ricettario (anche in questo caso fisico o digitale). Un proiettore è utile se si vuole immergere i partecipanti al pranzo nell'atmosfera pugliese (in questo caso); il proiettore può anche essere utilizzato per mostrare i video o le foto fatte durante le varie preparazioni, è quindi importante avere almeno un cellulare per poterli documentare. Le varie esperienze, si raccolgono in un diario di bordo, in cui ognuno può inserire appunti, frasi, foto, liste della spesa.. Può essere un diario fisico o digitale, che il paziente può consultare singolarmente o condividere con altri pazienti. Dai separatori mobili si può sfilare il pannello bianco da cui sono costituiti per avere un poster con tutti i ricordi del viaggio.

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Scenario

Successivamente è stato definito uno scenario che narrasse l’esperienza di Elia e Giustina lungo le diverse fasi dell’esperienza.


“Uno scenario è una storia che descrive, in modo esemplificativo e narrativo, come l'utente interagirà con il servizio durante una specifica situazione della vita quotidiana. Scrivere uno scenario richiede l'identificazione di un contesto specifico in cui si svolge l'azione, nonché di personaggi e bisogni che definiscono l'atteggiamento dell'utente. Gli scenari possono essere prima scritti come storie, descrivendo l'esperienza passo dopo passo, e quindi supportati con disegni, immagini o clip dell'esperienza, arricchendolo con un livello visivo” (https://servicedesigntools.org/tools/user-scenarios)


Nello scenario-storyboard, inoltre, emergono alcune soluzioni progettuali: trasformazione degli spazi, azioni dei diversi attori coinvolti, emozioni, uso della tecnologia, ecc.


L’importanza di far emergere l’atmosfera, esaltando gli elementi immateriali e intangibili dell’esperienza ha portato alla creazione di un moodboard a supporto dello scenario.


“I moodboard sono collage che comprendono schizzi, visualizzazioni, foto, video o qualsiasi altro supporto esistente o appositamente creato per aiutare a visualizzare e comunicare la direzione del progetto. I moodboard sono un modo per comunicare esperienze, stile o contesti sfruttando analogie con concetti noti.” (https://www.thisisservicedesigndoing.com/methods/mood-boards)


La visione che ne deriva percorre l’esperienza dandone dettaglio di spazi, tecnologia e valenza terapeutica e si compone di 8 fasi che ripercorrono un viaggio alla scoperta di nuovi sapori: 1.Dove andiamo?; 2. Cartolina d'invito; 3. In cerca degli ingredienti; 4. Reinventare i sapori; 5. Un tocco di blu; 6. Ora del check-in; 7. Con i piedi nel mare; 8. Questo non è un addio

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La cameriera di Poesia. Una ristorAzione per lo Spirito

Uno dei casi studio, che ha ispirato la progettualità espandendo il concetto di ospitalità e nutrimento, è la Cameriera di Poesia che è stata ospite del gruppo con una performance sperimentale da remoto.

Di seguito qualche notizia su Claudia Fabris.



Claudia Fabris nasce a Padova nel 1973.

Progetta spazi, installazioni ed interventi performativi che creano relazioni e sinergie tra la parola e la visione, lo spazio, l’ascolto e il gusto, in un percorso di ricerca artistica che trova nel corpo il proprio fulcro, coinvolgendo gli spettatori su differenti piani percettivi nella convinzione che la Bellezza e lo stupore silenzioso che genera possano ancora ricondurre ogni uomo allo spazio intimo e sacro della propria anima dove ogni trasformazione e rinascita trae origine, forza e nutrimento.


Nell'Aprile 2011 Claudia Fabris crea la Cameriera di Poesia: una ristorAzione per lo Spirito. Performance in cui serve testi poetici al microfono in cuffia agli ospiti, che, come ad un ristorante, possono scegliere da un menù proposto cosa desiderano ascoltare.

La Cameriera di Poesia è stata presentata al pubblico per la prima volta nella rassegna teatrale Contrappunti di Tam Teatromusica a Padova e dal 2011 e da allora gira ininterrottamente l'Italia in spazi pubblici e privati, in teatri, festival, chiese, musei, in riva al mare, in parchi, ristoranti ma anche nelle case come regalo di compleanno in feste private e più volte regalo di nozze dei testimoni agli sposi, allestendo il lavoro nella camera d'albergo durante i festeggiamenti, offrendo i suoi servizi poi a tutti gli invitati.

Questa ristorAzione nasce dal desiderio di nutrire lo spirito con la stessa cura con cui si nutre il corpo, 

offrendo la possibilità di ascoltare le parole incorniciate dal silenzio, esperienza rara al giorno d'oggi.

Gli ospiti hanno a disposizione cuffie ad alta fedeltà senza fili, con una portata di 100 metri, attraverso le quali i testi vengono serviti da una postazione con microfono, computer e mixer e la voce della Cameriera risuona nell'intimità dell'ascolto di ognuno come in una chiesa vuota dove il suono riverbera, restituendo alla parola la sua dimensione originale, poetica appunto, quella che aveva quando si credeva che le parole potessero davvero generare mondi.

 A seconda della situazione gli ospiti verranno serviti da seduti o distesi, da vicino o lontano, saranno fermi o passeggeranno, ma verranno comunque messi nella condizione che li disporrà al miglior ascolto possibile.


Sono disponibili diversi menù da cui scegliere. 


I Menù sono strutturati come i menù dei ristoranti con antipasti (molto brevi), piatti (di media lunghezza), piatti unici (corposi) e dolci (cantati dal vivo e a due voci):


Menù Contemporaneo (poeti viventi)

Menù Classico (poeti classici)

Menù della Casa (testi originali di Claudia Fabris)

Parole Sotto Sale (piccolo vocabolario poetico di Claudia Fabris)        

Menù d'Amore                              

Menù di Incipit (di romanzi che hanno fatto la storia della letteratura)

Menù di Favole

e la Carta dei Vini



Ospite

Parola assai curiosa

che designa chi ospita e chi viene ospitato. Perché?

Forse perché siamo tutti sempre ospiti gli uni e degli altri

Appena saluti una persona la ospiti nel tuo sguardo

e per un poco ti abiterà ed albergherà in te e tu in lui

e poi parlando la ospiterai nel tuo ascolto e nella tua mente

e diventerà parte dei tuoi pensieri

e dopo la scoperta dei neuroni specchio sappiamo che è sufficiente

osservare qualcuno perché in noi si attivino i neuroni

che la persona osservata sta utilizzando per il proprio agire

È inevitabile essere un ospite

e dunque forse dovremmo ripristinare l'antica legge Greca

per cui l'ospitalità era sacra al punto che non era lecito

chiedere al proprio ospite chi fosse e da dove venisse

mentre ce ne prendevamo cura aprendogli la nostra casa.

Poteva dopo tutto essere una divinità in incognito.


P.S. Io penso che in ognuno ci sia la divinità in incognito

e i primi a non riconoscerlo siamo proprio noi


Claudia Fabris

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NOSTOS: Dove andiamo?

Durante la riunione della casa appartamento, Giustina decide di proporre al suo abituale gruppo di pazienti l'idea di organizzare un pranzo a tema "Viaggio per la penisola". Le è stato consigliato da un collega un "kit da viaggio", uno strumento parte di un progetto sperimentale per facilitare l'esperienza alimentare dei suoi pazienti, ed è curiosa di provarlo.

Raccolto l’interesse di alcuni pazienti, in particolare quello di Elia, mostra loro un mazzo di carte - una sorta di itinerario diviso in schede - che rappresentano le diverse regioni italiane.

Dopo una complessa consultazione, il gruppo sceglie la Puglia poiché incuriosito dai colori e dai soggetti della scheda. Il gruppo decide una data e insieme ragiona sulla scelta dell'ospite: concordano infine sulla fruttivendola pugliese del loro affezionato mercato rionale. Insieme, dunque, procedono a definire il menù per stupire l'ospite.


SPAZI

Zona in cui potersi disporre in cerchio per favorire dialogo e confronto. 


TECNOLOGIA 

Kit da viaggio: mazzo di carte-guida cartaceo + versione digitale con schede approfondimento delle diverse regioni correlato da materiale visivo e sonoro da usare a corredo dell’esperienza.

Computer con accesso internet: per la consultazione del kit digitale e integrare il materiale con una ricerca online (es. ricette di piatti tipici pugliesi e tradizioni).


VALENZA TERAPEUTICA

Imparare a socializzare con qualcosa di estraneo a sé, avere un obiettivo, motivare e lasciarsi coinvolgere, affrontare le proprie difficoltà nell’accogliere parti di sé magari dolorose e legate alla sfera della fiducia e della socialità.

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NOSTOS: Cartolina d'invito

Una volta decisa la destinazione è necessario pensare a come invitare l’ospite ad unirsi ad un viaggio di sola andata con destinazione Puglia.


Elia e un altro paziente con buone doti grafiche sono incaricati di preparare l’invito. Lo strumento “kit da viaggio” comprende anche delle cartoline da personalizzare con il tema scelto, dove si può indicare la posizione, il giorno, l’orario e una piccola anticipazione del menù. Non vi sono regole precise, l’unica linea guida da seguire è il calore.


SPAZI

Nei pressi di una finestra, per essere illuminati dalla luce naturale.


TECNOLOGIA 

Cartolina/invito: la cartolina cambia la grafica a seconda della destinazione. I paziente possono scegliere da una serie di elementi decorativi e immagini evocative da comporre sperimentando con la loro creatività. L’invito può essere realizzato e personalizzato manualmente (kit cartaceo) o digitalmente con ipad/computer e inviato tramite social o e-mail.


VALENZA TERAPEUTICA

Capacità creative, creare qualcosa da sé partendo con poco, riscoprire la propria potenzialità.

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NOSTOS: In cerca degli ingredienti

E’ arrivato il momento dell’approvvigionamento e ci si divide i compiti per recuperare tutto il necessario per il pranzo.

Due pazienti seguiti da Giustina raccolgono e selezionano nell’orto delle cime amare e i primi pomodorini della stagione per accompagnare le orecchiette. In questo modo attraverso gli odori, i rumori, i sapori della natura iniziano a comprendere gli abbinamenti e selezionare gli alimenti più adatti per l’occasione.

Altri due pazienti insieme a un operatore si occupano di recuperare i restanti ingredienti al mercato rionale: qui l’esperienza sensoriale, su cui si confronteranno nella strada di ritorno verso la casa appartamento, è di tipo visivo per cercare i giusti prodotti fra i banchi, a cui si sommano il gusto e l’olfatto utili nella scelta dei prodotti più maturi e saporiti.


SPAZI

L’orto è il luogo in cui immergersi e farsi cullare dalla natura, ascoltandone i rumori e sentendo i profumi. Si riportano queste sensazioni in casa cercando di riviverle grazie ad elementi naturali, piante e fiori.


TECNOLOGIA 

Si organizza la spesa e tutto il necessario per l’evento in un elenco, scritto a mano e copiato nelle note del telefono (queste possono essere condivise con il gruppo e servire da materiale per compilare il diario di bordo dell’evento).


VALENZA TERAPEUTICA

Capacità organizzative, collaborazione con gli altri, prendersi cura di qualcosa da sé. Affinare i sensi (udito, olfatto, tatto...). Lo stare all’aria aperta porta con sé una connessione intima col mondo.

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NOSTOS: Reinventare i sapori

Elia, Giustina ed una paziente seguono la ricetta delle orecchiette alle cime di rapa sulla scheda digitale del kit utilizzando un tablet e realizzano il piatto sperimentando qualche modifica con l’aggiunta delle aromatiche dell’orto. Elia viene invitato da Giustina ad assaggiare i diversi ingredienti e a provare a giocare con nuovi accostamenti. 


In seguito, ispirato dalle papille gustative ed incoraggiato da Giustina, Elia prova a pensare ad un impiattamento per esaltare la preparazione ed esaltare l’estetica del cibo.


SPAZI

La cucina è il palcoscenico per chi cucina dove un paziente con macchina fotografica ha il compito di documentare con foto e video. La scena viene preparata disponendo gli ingredienti e il ricettario in bella vista. Non ci sono elementi di intralcio per favorire l’avvicinamento dei curiosi.


TECNOLOGIA 

Camera: le attività vengono riprese con video e foto.

Proiettore: da collegare al computer, proietta una selezione di immagini e video per immergersi nella regione scelta.

Casse audio: scelta di una playlist che si adatti al tema del pranzo.


VALENZA TERAPEUTICA

Importante il tema della cura, cura dell’ambiente, della tavola, cura di sé stessi nell’accogliere persone, cura degli altri, sintonia con lo spazio, creare a bellezza, sperimentazione in cucina.

La libertà di scelta e di condivisione.

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NOSTOS: Un tocco di blu

Tre coinquilini della casa, supervisionati da un operatore, sono stati incaricati all’unanimità di occuparsi della preparazione degli spazi, che dovranno rievocare il tacco dello stivale.


Si è deciso di usare delle tonalità di blu, il colore del mare, per elementi decorativi su tende, tovaglioli e separatori. I pazienti dipingono i tovaglioli con pittura da tessuto riprendendo le illustrazioni tradizionali pugliesi - i famosi galli - a cui aggiungono alcuni elementi inventati da loro. Si apparecchia con fiori ed elementi naturali raccolti nell’orto per dare più colore alla tavola e accompagnare il pasto con stimoli olfattivi.


In sottofondo è già partita una playlist che alterna canzoni tradizionali pugliesi a suoni naturali fra cui le onde del mare, per trasportare le menti sulle spiagge dell’Adriatico.


SPAZI

Si adeguano gli spazi creando zone per vivere la convivialità a più livelli: sedie intorno al tavolo, ma anche spazi più appartati definiti da separatori mobili (in cui sentirsi partecipi ma non esposti) su cui fissare materiali e pensieri condivisi durante l’esperienza. L’ambiente è accogliente, positivo e vivace grazie ai colori, gli elementi naturali e la luce del sole che entra dalla finestra.


TECNOLOGIA 

Le schede digitali del kit da viaggio danno spunti sulla tradizioni pugliesi e alcuni spunti per apparecchiare la tavola, stimolando la fantasia e la creatività nel farlo.


VALENZA TERAPEUTICA

Cura dell’ambiente, consapevolezza nel creare bellezza, una bellezza terapeutica. La luce infonde un senso di pace e tranquillità.

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NOSTOS: Ora del check-in

E’ arrivato l’ora della “partenza” e, dopo aver controllato di avere tutto l’occorrente all’interno della metaforica valigia in cui si è trasformata la sala da pranzo, il gruppo è pronto ad accogliere l’ospite.


Una paziente riceve la fruttivendola alla porta per accompagnarla alla tavola e offrirle qualcosa da bere, facendola subito sentire a proprio agio mostrandole gli spazi addobbati per l’occasione.


A questo punto alla fruttivendola, oltre ad un paio di pazienti che si sono uniti per pranzo, viene esposto il menù. Attraverso l’uso del proiettore si viene trasportati tra le vie dei paesi d’Itria, dinanzi a piatti salentini e sulle coste garganiche. Così viene coinvolto l’ospite e insieme si rimane in attesa della prima portata.


SPAZI

L’ingresso diventa un luogo accogliente e di ampio respiro in cui ci si deve subito poter sentire a proprio agio e “coccolati”, circondato da immagini proiettate sul muro che seguono il tema della Puglia.


TECNOLOGIA

L’avvio della playlist e uso del proiettore fanno calare l’ospite nel contesto che si vuole riprodurre.


VALENZA TERAPEUTICA

La paura in primis rispetto all’accogliere ciò che non si conosce (di sé stessi e degli altri) cede il passo alla voglia di mettersi in gioco nella cura dell’ospite e alla socializzazione, all’attenzione ai bisogni e necessità di altre persone. Ci si sente artefici di sensazioni piacevoli, quindi empowerment.

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NOSTOS: Con i piedi nel mare

Elia inizia a portare il cibo in tavola aiutato da Giustina. 


I pazienti scelgono liberamente se sedersi insieme all’ospite o in una zona più appartata della stanza definita da separatori mobili, seguendo i loro bisogni e desideri.


Gli organizzatori della serata trasportano i commensali in un viaggio dove vengono esaltate e condivise le sensazioni tattili, olfattive, gustative e uditive dell’esperienza culinaria. La potenza comunicativa dei cibi preparati con ingredienti freschi e di stagione fa immergere i partecipanti nei sapori della Puglia.


SPAZI

Tavola grande, ampia, di forma circolare per aiutare la socializzazione e mettere a proprio agio tutti partecipanti. Sedie al tatto morbide e confortevoli. L’ambiente è flessibile per adattarsi alla volontà di partecipazione dei pazienti (si cerca di organizzare all’interno della stanza postazioni singole o di coppia in zone più appartate che vengono definite da separatori mobili in modo da lasciare la libera partecipazione). I separatori costituiti da un pannello bianco rimovibile sono personalizzati con colori, materiali e pensieri di quel particolare viaggio.


TECNOLOGIA 

Polaroid: si immortalano le sensazioni del pasto attraverso scatti della tavola imbandita.


VALENZA TERAPEUTICA

In questo momento risulta necessario il rispetto della soggettività di ognuno. Si impara a comprendere il bello del cibo, assaporarlo, viverlo, utilizzarlo come strumento di conoscenza, un lento momento di scoperta delle proprie paure, paura della tavola e della condivisione. Paure su cui poter lavorare.

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NOSTOS: Questo non è un addio

A fine pasto ognuno contribuisce a sparecchiare e viene offerto all’ospite un caffè che verrà servito in giardino, vista la bella giornata. Qui i pazienti improvvisano per l’ospite una visita guidata nell’orto, ripercorrendo la loro riscoperta della natura e dei suoi prodotti. 


Arriva il momento di salutarsi, ma prima si celebra insieme tutti coloro che si sono impegnati per rendere il viaggio memorabile.

Si rivivono le sensazioni con la condivisione di foto e video e si regala all’ospite un piccolo souvenir del “viaggio”, una foto polaroid con la ricetta dei piatti assaporati a tavola, prima di accompagnarla all’uscita e salutarla.


SPAZI

Il giardino, verde e spazioso , svolge il ruolo di luogo per i saluti finali. Aiuta a creare un senso di libertà.


TECNOLOGIA 

Condivisione video e foto della giornata tramite mail o chat.

Stampante foto: si può lasciare all’ospite una foto ricordo stampata, da personalizzare con una frase o una ricetta. Altre verranno appese sul pannello/bacheca dedicato all’evento ed esposto nello spazio comune.


VALENZA TERAPEUTICA

Muoversi tra gli ambienti naturali assieme, magari a piedi nudi, crea connessione col baricentro dell’umanità. La documentazione aiuta anche per far rivivere questi momenti ai pazienti e in qualche modo si può far “partecipe” anche chi ha deciso di non partecipare (magari parteciperà la prossima volta?). Piacere nel rivedere altre persone o nel riorganizzare l’evento, piacere di aver costruito qualcosa di bello e di averlo fatto con le proprie energie e caratteristiche. Ci si riscopre capaci di qualcosa di cui magari non si aveva idea.

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Le Squadre