Futuro Prossimo apre il dialogo sul rapporto tra salute mentale e innovazione sociale a partire dalla prossimità, intesa come dimensione urbana - tangibile e intangibile - capace di favorire nuove pratiche di inclusione e riabilitazione. Durante il corso delle sette edizioni del workshop MinD la definizione di “luoghi della salute mentale” si è progressivamente ampliata dalle strutture di residenzialità psichiatrica alla dimensione urbana nella sua complessità. Uno spostamento di orizzonte che si colloca sulla scia dell’eredità basagliana ma che ancora trova ostacoli e barriere, in primo luogo quelle solide e impermeabili del pregiudizio e della diffidenza.Parallelamente, nelle modalità di progettazione partecipata messe in campo da MinD in questi anni, anche la “fragilità” ha smesso di essere requisito univoco del paziente, per diventare, senza voler sminuire la malattia e la sofferenza che comporta, una condizione riconosciuta, accettata e - in alcuni casi - valorizzata.
Una città fragile capace di curare è forse un obiettivo, se non immediato, prossimo. Da questi presupposti nasce l’idea di indagare il tema della prossimità in tre contesti urbani (Cecchi Point, Distretto Barolo, asse Via Baltea - Via Agliè) situati nella zona Nord di Torino con strumenti di lavoro che attingono alle pratiche di progettazione partecipata. I luoghi prescelti sono caratterizzati da una forte dicotomia (fragilità vs creatività), da una forte identità e rappresentano esperienze virtuose di accoglienza e inclusione. La sfida che MinD si è posta è stata quella di valutare la loro capacità di diventare connettori urbani e sociali anche al di fuori dei propri confini, fisici e simbolici, e valorizzare il loro ruolo di capacitazione.