Esiti del workshop
EVASIONE
Project Leader:
Sara Ricciardi
Team:
Daniela, Marco, Marta Bovio, Enza Brunero, Benedetta Dalla Costa, Ana Campillos, Alessandro Alì, Luisa Vigliani, Donato Babbo
Fantapause
Eserciziario per godere delle piccole Narnie Urbane. Che cosa significa per noi “pausa”? Siamo in grado di concederci delle pause nello scorrere frenetico delle nostre vite? O è più facile riempire ogni singolo attimo di preoccupazioni, doveri, parole, azioni? Le Fantapause raccontano una storia, un processo di sperimentazione alle mille pause che lo spazio ci suggerisce se noi siamo in grado di vederle.
A fronte di uno studio di psicogeografia, le Fantapause invitano ad intraprendere un percorso personale di esplorazione e ascolto di sé stessi e di ciò che ci circonda attraverso semplici esercizi e accorgimenti che facilitano la ricerca di attimi sorprendenti e rigeneranti.
MOVIMENTO
Project Leader:
Arcangelo Favata (Alicucio)
Team:
Davide, Paola, Valentina Bruno, Carolina Caldas, Ludovico Botalla Buscaglia, Emilia D’Orazio, Martina Rapisarda, Paola Ciecko Addamo, Giulia Torrisi
UNO, NESSUNO, CENTOMILA
La pausa è affidata alla spontaneità dei singoli e alla mutevolezza dei loro stati d’animo. Un semplice telo diventa lo strumento attraverso il quale inscenare un’infinità di esperienze di pausa che permettono all'individuo di sprigionare il lato più intimo e personale della propria quotidianità.
La concretezza dell’azione si traduce nell'assenza di vincoli, in altre parole si spoglia di spazi e oggetti definiti. Il “fare” viene utilizzato come metodo principale di indagine; una ricerca fisica condotta modellando il telo come uno strumento e instaurando un dialogo tra i corpi e l’oggetto.
RITUALI
Project Leader:
Silvio Tidu (Lamatilde)
Team:
Anna Rosa, Rosy, Ilenia Facchinetti, Matteo Bonacci, Lucia Caron, Asja Ausilio, Chiara Pettinato, Anna Mosca, Martina Biondi
PAUSARIO
La corda con la sua essenzialità e semplicità diventa elemento di sperimentazione per dare un nuovo valore alla pausa. Cosa c’è di più semplice di un punto e una linea? Sono il linguaggio universale dei segni del progetto, immediatamente comprensibili, non necessitano di uno spazio fisico proprio, creano percorsi e relazioni.
La semplicità è l’aspetto fondamentale che ha guidato l’intero progetto. Il modo migliore per dare suggestioni circa il suo utilizzo è rendere l’utente stesso il progettista della sua pausa, guidandolo nel suo uso attraverso un vocabolario visivo che con foto e immagini stimola la curiosità, la ricerca e la scoperta dello spazio e dei suoi momenti.
PERCEZIONE
Project Leader:
Natascia Fenoglio (Natascia Fenoglio Edible Design)
Team:
Deanna, Caterina, Serena Indaco, Alessandra Zampese, Marika Monterisi, Marco Manfra, Federica Magliacane, Ester Di Filippo, Thomas Berganozzi
NUNC
NUNC propone un’esperienza sensoriale, un possibile modo di vivere la pausa a partire dalla capacità di percepire il mondo che ci circonda con immediatezza, attraverso i nostri sensi. NUNC si configura come un oggetto-attivo, plasmabile con l’azione e trasformabile con l’interazione, grazie alla sua struttura leggera, modulare, materica.
Ogni singolo modulo, autoportate, è realizzato da uno specifico materiale di origine naturale, selezionato al fine di far vivere alla persona esperienze sensoriali che potrebbero rievocare uno stato primordiale. Il contatto con la natura può agevolare un certo stato di benessere e l’esplorazione multi-sensoriale assume un ruolo centrale nel processo di crescita evolutiva dell’individuo
INVITO
Project Leader:
Adelaide Testa, (Marcante -Testa UdA Architetti)
Team:
Riccardo, Marco, Adriana Ruiz Perez, Anna Piroddi, Simona Gianola, Erika Guddemi, Giacomo Bagnato, Laura Li Destri, Francesca Mongiò
IN SOSPESO
Progettare un luogo per la pausa significa progettare uno spazio come dimensione della soggettività, capace di adattarsi sempre al bisogno che l’individuo porta con sé in quel determinato giorno e momento.
Da qui l’idea di uno spazio aperto che sia in diretto contatto con il mondo esterno e quindi al tempo stesso con il proprio mondo interno: una stanza aperta lascia spazio alle possibilità, all’incertezza, all’esplorazione e a quel senso di libertà necessario a ciascuno per potersi collocare davvero in quel luogo tanto riservato quanto personale, che rappresenta per lui un momento di sollievo e conforto.
Un luogo dai confini incerti permette di dare alla pausa un senso che sia capace di rassicurare, contenere, accogliere e, allo stesso tempo, concedere una totale immersione nel proprio mondo e non solo. Da qui l’idea di un luogo a misura d’uomo, capace di adattarsi, come nel caso di un tessuto, alla forma di un corpo quanto di una mente e di un’emozione.
L’idea di un telo rialzato da terra che non dà punti di riferimento vuole rappresentare la pausa come un momento aperto, da vivere completamente in-sospeso.
RICERCA
Project Leader:
Ilaria Scarpellini (UX Pills)
Team:
Roberto, Francesca, Barbara Gasparini, Elisa Castelletta, Matteo Paletta, Livia Tagliaferri, Andrea Nocito, Viola Mastrocola, Isabel Farina
AIUTARE LA PAUSA AD ESISTERE
Un percorso di esplorazione e sperimentazione che va alla ricerca dei molteplici e differenti significati che la pausa può assumere: non un momento né un luogo, non un’attività né un gesto, ma un percepito di ciascuno che può succedere ovunque e in ogni momento, basta suggerirla.
Aiutare la pausa ad esistere propone quattro approcci differenti accomunati dalla volontà di scoprire e riscoprire il proprio tempo e gli stimoli che lo riempiono attivando i nostri sensi: la libertà di movimento, la possibilità di distaccarsi dalla frenesia della realtà, la connessione con le altre persone, l’introspezione e l’attenzione verso se stessi.